Tremonti
vuole trasformare l'istituto che controlla quote di Eni, Enel e
Poste in un organismo che collochi nuovi prodotti finanziari e
faccia credito, grazie a una vasta rete di sportelli
Tremonti nuovo Enrico Cuccia. Via XX Settembre come il salotto
buono che fu a via Filodrammatici. Il piano segreto del ministro
dell'economia, ancora non svelato in documenti ufficiali, è
quello di trasformare radicalmente la Cassa depositi e prestiti
in una vera e propria banca d'affari, stile Mediobanca. Il
progetto, che dapprima sembrava assomigliare a una sorta di
Iri2, emerge in tutta la sua ambizione nel piano industriale
della Cassa guidata da Salvatore Rebecchini e prefigura un
futuro luminoso per l'ex ente di stato, erogatore di mutui agli
enti locali e chiave di volta dell'abbassamento del debito
pubblico grazie alla sua trasformazione in spa. MF ha guardato
bene i dieci lucidi che illustrano la mission della Cdp.
La
Cassa depositi e prestiti attualmente detiene il 35% di Poste
spa, il 10,35% di Enel, il 10% di Eni e, da poco il 100% di
Infrastrutture spa, la creatura inizialmente affidata all'ex
ragioniere generale dello stato, Andrea Monorchio, per avviare
le grandi opere in Italia con progetti di partnership. Inoltre
un gruppo di fondazioni detiene circa il 30% del suo capitale
sociale. A questo portafoglio, come rivela il Piano, vanno
aggiunte altre piccole partecipazioni, di natura diversa come
l'Istituto per il credito sportivo (21,62%), Europrogetti e
finanza (31,8%), Sinloc spa (20%) e Tunnel di Genova (33,3%). Il
tutto per un ammontare totale di 11 miliardi di euro.
L'idea
di Tremonti sarebbe quella di conferire alla Cassa tutta Poste
spa, bancoposta compreso, una società che nel 2003 ha
conseguito utili per 90 milioni di euro e raccolto buoni postali
e libretti per un totale di 45,8 miliardi euro (ma il Piano
industriale prevede che salgano a 95,8 nel 2004). Una gallina
dalle uova d'oro dotata di migliaia di sportelli, che
permetteranno allo stato di lanciare sul mercato prodotti
finanziari diversificati, ma la Cdp penserà anche a rafforzare
´il processo decisionale di concessione e monitoraggio dei
crediti', gestire i rischi di copertura e ´fare ricorso a forme
tecniche di finanziamento tipo covered bond'.
Quattro
dunque le tipologie di prodotti finanziari: covered bond, titoli
di debito garantiti dallo stato collocati presso investitori
istituzionali, buoni e libretti postali, nonché ´altre forme
di finanziamento'. Un lavoro, quest'ultimo, tipico proprio della
Mediobanca di Cuccia, la prima a lanciare titoli obbligazionari
indicizzati in modo innovativo, fosse l'oro o gli indici di
altre borse.
Ma
nella Cdp finiranno probabilmente anche titoli di aziende ´attive
nella gestione delle infrastrutture del paese', uno scambio
insomma tra Eni, Enel e Terna-Grtn, tanto per fare un esempio.
Gli utili, in forza del turbo inserito da un possibile totale
conferimento di Poste spa, mai smentito dagli stessi vertici
dell'ex ente di stato, dovrebbero così schizzare dai 260 di
quest'anno agli 850 del 2007. Anche gli impieghi subiranno una
profonda modifica, fatto salvo comunque il ruolo di finanziatore
degli enti, passando da 69 miliardi di euro quest'anno a 97,7
nel 2007 (in soli investimenti pubblici sono previsti impieghi
per 72,9 miliardi) e costituiranno la punta di diamante delle
grandi opere, forse Ponte sullo Stretto compreso, continuando a
´a rendere possibile la realizzazione di infrastrutture di
grandi dimensioni' con servizi di consulenza e capitali freschi.
Nuove
strategie di credito, nuove partecipazioni ma anche nuovo
Bancoposta. La Cassa continuerà a svolgere l'attività al
dettaglio ma rafforzerà il ruolo ´di emittente di prodotti di
risparmio ad alta qualità da distribuire attraverso la rete
postale'. Qualcuno dirà un piano napoleonico, ma a Tremonti il
coraggio per operazioni sul filo del rasoio non è mai mancato.
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