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Liberalizzazione

Servizi postali, slitta al 2011 la liberalizzazione

20 GIUGNO 2007

Servizi postali, slitta al 2011 la liberalizzazione

Italia Oggi                                                                                               20/06/2007

 

Primo via libera dalla commissione trasporti dell'Europarlamento

Servizi postali, slitta al 2011 la liberalizzazione totale

 

Primo via libera dalla commissione trasporti del Parlamento Ue alla totale liberalizzazione dei servizi postali, la cui entrata in vigore slitterà, però, al 2011. Alla fine penso si possa dire che abbiamo ottenuto un buon risultato: il Parlamento europeo si è ritrovato coeso sui punti fondamentali della direttiva», ha  dichiarato il vice-presidente del parlamento europeo, Luigi Cocilovo (Margherita/Alde), al termine del voto che ha così dato il via libera al completamento della liberalizzazione dei servizi postali.

«Dopo un complesso periodo di negoziazione», ha aggiunto Cocilovo, «il testo che esce dalla commissione trasporti affronta con successo i nodi fondamentali della direttiva, imponendo il completamento della liberalizzazione dei mercati postali a partire da gennaio 2011 (sarà gennaio 2013 per i nuovi stati membri e per quegli stati con caratteristiche orografiche di particolare complessità)». «La possibilità di operare come fornitori del cosiddetto servizio universale sarà vincolata al rilascio di un'autorizzazione da parte del governo dello stato membro: ciò si traduce nella possibilità di evitare dumping sociale attraverso lo sfruttamento di manodopera a basso costo e al tempo stesso vincolare il servizio offerto ad alti standard qualitativi», ha osservato Cocilovo.     

Nodo ancora da sciogliere, invece, sarà quello dell'effettivo meccanismo di finanziamento del servizio universale.

Intanto, in Italia, proprio alla luce della liberalizzazione dei servizi, è scontro tra gli operatori postali privati aderenti a Fise-Are e Poste italiane. Gli operatori postali privati hanno infatti annunciato la decisione di non partecipare al bando di gara di Poste Italiane spa a loro riservato perché «discriminatorio nei confronti di alcuni operatori (7 importanti città escluse dal bando); riduttivo della propria professionalità nonché dell'autonomia di imprenditori del settore postale e non, quindi, semplici fornitori logistici di Poste italiane; penalizzante dal punto di vista economico».

Gli operatori hanno quindi sol­lecitato il ministero delle comuni­cazioni «a prendere tutte le inizia­tive possibili affinché le aziende private del settore mantengano intatta la loro funzionalità e giun­gano in piedi all'avvio della libe­ralizzazione dei servizi postali». E «nell'impossibilità di partecipare a tale bando» hanno infine chiesto a Poste Italiane e al ministero,«di rivedere radicalmente il testo ed i contenuti di detto bando renden­dolo più aderente alla realtà delle aziende a oggi operanti».